UN PO' DI STORIA FAMILIARE
La Cà d'Picarein venne acquistata, insieme al podere annesso, chiamato podere Fornace, verso il 1880 (dell'anno non sono sicura) dal mio trisnonno Domenico Setti.
La proprietà passò poi al figlio Remigioche sposò Clementa Calderara e generò numersi figli, di cui molti morirono in giovane età e se ne perse la memoria di altri invece si serbava ricordo in famiglia:
Poi
c'era la figlia Bruna
che morì molto giovane, lasciando una figlia Iris, che continuò a vivere nella
famiglia della madre quando il padre si risposò. Per inciso, il padre ebbe,
dalla nuova moglie, un'altra figlia, Imelde, che insieme al marito Zoello diede
vita al noto ristorante Zoello dei Settecani che, alla mote dei genitori,
continuò a essere condotto dalla figlia Paola.
Ma
proseguiamo con la
famiglia Setti. Ultima figlia Amedea che sposò Ernesto
Martinelli, proprietario, insieme ai due fratelli, dell'omonima azienda
produttrice di macchine agricole che aprì uno stabilimento al Gallo; l'embrione
della ditta, però, si sviluppò in uno scantinato di Cà d'Picarein.
Tra
i maschi: Ferruccio molto molto giovane che aveva fama di essere il cocco della
mamma, Luigi che si sposò, lasciando la famiglia, ma tornò per esservi accudito
quando, colpito da un ictus che lo lasciò con l'intendere di un bambino, la figlia Carmen migrò
in Sudamerica.
Sempre
tra i maschi: Dalelmo, che rimase in famiglia anche dopo il matrimonio con
Beatrice Maletti, detta Bice, bellissima donna proveniente dal Ponte Alto e
lavoratrice della Pelta (quindi paltadora). Dalelmo morì giovanissimo ed ebbe tre figli, Filippo che morì in fasce, Luciano che diventò un famoso medico e si trasferì a Cento di Ferrara con
Altro maschio Renzo, mio nonno, nato nel 1890, sposato con Elide Mazzoli di Albareto ed ebbe una sola figlia Clementina, mia madre. Poi l'ultimo di cui ho memoria e che ho conosciuto, Gino nato nel 1901 che giovanissimo sposò con rito solamente cattolico (allora non esisteva il matrimonio concordatario) ed ebbe una figlia Bruna.
Il matrimonio non venne mai trascritto nei registri comunali per cui la bimba fu riconosciuta come naturale solo più tardi, quando venne ad abitare, senza la madre, nella famiglia paterna. Gino sposò poi in età molto adulta una donna più giovane, Iolanda Oleari che diede alla luce nel gennaio 1948 il figlio Filippo.
Nel
1952 si giunse alla divisione dei beni tra Renzo, Gino e gli eredi di Dalelmo
ai quali spettò un pioppeto sito al di là di un profondo fossato, detto Fosa, A
Gino spettò la casa e a mio nonno il podere e parte di Cà d'Picarein e la
stalla.
Purtroppo
poco dopo venne a mancare Gino e i beni rimasero a Filippo, di cinque anni e
unico figlio legittimo. Alla morte di mia madre io ereditai la parte di casa e
la stalla e insieme a mio marito provvidi a ristrutturarla, perchè ritengo che
chi ha un bene deve provvedere a mantenerlo sano. Maria Grazia
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